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venerdì 10 settembre 2010

Vasco. La Biografia di Michele Monini (2007)


Vasco Rossi la biografia è stato scritto dal biografo Michele Monina frutto di interviste tenute tra il 2003 e il 2004 con lo stesso Vasco Rossi.

Vasco Rossi nasce a Zocca il 7 Febbraio del 1952 intorno alle 20:30 sincronizzato già alla nascita a una vita notturna, Zocca un paesino di appena 5000 persone con l’impronta del tipico paese di gente curiosa, pettegola che non si fa mai gli affari suoi, con una mentalità di casa e chiesa e poco aperta. Nata da Novella e Carlo, casalinga e camionista il nome nasce da un omaggio del padre verso un suo grandissimo amico compagno di progionia in un campo di concentramento tedesco. Il paese di zocca è ben descritto in“fegato fegato spappolato” una sua canzone tratta dall’ album <<Non siamo mica gli americani >> . Vasco Rossi durante la sua infanzia passata tra i suoi compaesani coetanei a giocare in paese o sulla riva del fiume in solitaria a pescare gamberi, manifesta interesse verso la musica e fortunatamente la mamma Novella lo accoglie ben volentieri e lo manda dal maestro Bononcini di Modena ad appena dodici anni. Dopo aver interpretato la canzone “come nelle fiabe” scritta dal maestro Bononcini al Teatro di Modena dove vasco porta a casa il primo premio; da vita ai killers la sua prima band musicale che in seguito diventò the little boys. Vasco rossi cantava, suonava suo cugino Marco Rossi era alla batteria l’amico Alvaro Tebaldi al basso Severino Valisi alla chitarra ritmica Marco gherardi alla chitarra solista. La banda nonostante le prove non riuscirà mai creare un repertorio vasto si fermarono a 2 o 3 canzoni e durarono solo una stagione. Vasco a malincuore fu mandato dai genitori all istituto religioso san Giuseppe di modena retto dai padri salesiani; ma come possiamo immaginarci Vasco rossi in un istituto salesiano in mezzo a rigide regole senza poter sgarrare, resse un anno e all inizio del secondo anno come perito tecnico mise in atto il suo piano di fuga scappando dalla zia a Bologna. Zia però che consegnò Vasco ai suoi genitori. Dopo vari tentativi optarono per iscriverlo alla scuola di ragioneria di bologna anni che passarono senza nemmeno accorgersi ma mai lasciano la chitarra e la musica, ospitato a casa della Zia che vasco andò per delineare i tratti della canzone “ La Strega” da << Non siamo mica gli americani>> e nel 1972 arriva il suo diploma di Ragioniere. Ma non volendo abbandonare gli studi e dopo la vietazione da parte dei genitori di iscriversi alla facoltà di arti musica e spettacolo si inscrisse alla facoltà di economia e commercio. Intanto Vasco aveva trovato lavoro come supplente in una scuola media statale dove insegna applicazioni tecniche.

Siamo in pieni anni dei primi movimenti studenteschi italiani e vasco inizia ad avvicinarsi ai movimenti di estrema sinistra parlamentare. Scopre in quegli anni, i musicisti rock veri, gruppi come i deep purple rolling stones e vasco inizia ad abbozzare le sue prime canzoni ispirato dalle prime vicende amorose, tra queste Paola una ragazza conosciuta da Vasco durante le feste organizzate dagli incontri studenteschi Paola è protagonista di “Brava” e “La nostra relazione” .

Nel Luglio del 1974 da una sentenza dichiarata dal consiglio costituzionale viene dato il via libera alle radio libere, radio private perché fino a quella data le radio in italia erano sinonimo di RAI, e da qui piccole radio nascono come funghi. Insieme a un manipolo di fedelessimi dà vita a Punto Radio che comincia a trasmettere il 21 settembre del '75.

Attorno a questa piccola radio si raccolgono alcuni personaggi come Massimino Riva e Maurizio Solieri (che proseguiranno poi sulla strada del rock con Vasco, formando il nucleo base della Steve Rogers Band e Gaetano Curreri (amico di Dalla e poi leader degli Stadio. Sono proprio loro che spingono Vasco prima a fare il Dj e la voce ufficiale della radio, e coinvolgendolo poi in progetto artistico più serio, facendo nascere il gruppo pop Le 5 Lire. Arrivano i primi spettacoli dal vivo, le prime fans e il primo 45 giri: "Jenny e Silvia". Le apparizioni di Vasco sul palco sono un pò impacciate, ma il carattere c'è, la voglia di emergere pure, e il sogno di Superstar comincia a delinearsi sempre più nitidamente all' orizzonte. Il suo primo album "... ma cosa vuoi che sia una canzone", uscito nel '78, passa quasi inosservato. Anche il secondo 33 giri, "Non siamo mica gli americani", trova una certa difficoltà ad affermarsi nonostante contenga una "perla" come "Albachiara", una tra le più belle canzoni d' amore degli ultimi anni.

Intanto, per Vasco arriva il momento della chiamata alle armi, ma verrà esonerato (e pensare che in un primo momento aveva fatto richiesta per entrare nel corpo dei paracadutisti). Su questa sua mancata esperienza scrive una canzone spassosa, ma anche irriverente e in odore di "anarchia", intitolata " Faccio il militare"

In seguito Nel 1980 la Steve Rogers Band comincia ad assumere una connotazione di gruppo stabile: ai già ricordati Maurizio Solieri e Massimino Riva si affiancano Roberto Casini, Andrea Righi e Mimmo Camporale. Esce "Colpa d' Alfredo" ma l' ellepì viene boicottato dalle emittenti radiofoniche e televisive di Stato, ma non da quelle "private". Si apre una nuova era: entra in scena Guido Elmi, il nuovo produttore discografico. Il sodalizio tra lui e Vasco, avviato con "Colpa d' Alfredo", sfocia in un album storico "Siamo solo noi". Elmi riesce a imprimere all' attività del suo pupillo quella professionalità che ancora mancava, i due vanno insime per un decennio di gloria per entrambi.

Nel 1982 Vasco partecipa al suo primo festival di Sanremo con "Vado al massimo", ma si classificò ultimo sotto l' indifferenza della rassegna sanremese, ma le radio mandarono in onda il brano incessantemente. Nel 1983 ripartecipa al festival, ma questa volta ne combina una delle sue sparendo prima di entrare in scena, tutti lo cercano, nessuno lo trova. Lo show deve continuare, se Vasco non c'è, il festival non può certo fermarsi. All' ultimo momento entra in scena, barcollando. Si grida allo scandalo. La passerella della "città dei fiori" entra in crisi. Bastano però alcune note e la sua voce strascicata che canta "Vita spericolata" per tranquillizzare tutti. Il rocker di Zocca fa finalmente breccia nei cuori dei teenagers (vincendo moralmente la manifestazione) e la canzone diventa un inno. Questo '83 è anche l' anno di "Bollicine", un album divertente e divertito. Il brano trainante (che dà il titolo all' intero lavoro) richiama con ironia una bevanda, la Coca-Cola, tanto che il colosso americano avrebbe potuto sfruttare la canzone per una campagnia pubblicitaria in Italia, che poi non è stata mai varata. Troppo compromettente.

E la vita spericolata di Vasco non si limita solo ai brani di una canzone, se dobbiamo dare retta ai due incidenti automobilistici da cui esce miracolosamente illeso. Chiunque tirerebbe un sospiro di sollievo e si metterebbe a meditare ma lui no, lui realizza "Va bene, va bene così", un amaro e disilluso canto all'amore, una canzone che è anche una struggente capacità di testimoniare la rassegnazione emotiva nei confronti di una donna amata.

I guai con la giustizia non smettono però di tormentarlo, tanto che arriva ad essere arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti. Ma sembra che le prove non facciano altro che fortificarlo e donargli vèrve creativa, se è vero che poco dopo escono due delle sue realizzazioni migliori, "Cosa succede in città" (1985) e "C'è chi dice no" (1987). Nel mezzo, un evento felice: la nascita del figlio Davide. Seguono "Liberi liberi" (1989), etichettato EMI, e l'immortale "Fronte del palco" (1990) presentato live al San Siro di Milano e al Flaminio di Roma in un tripudio di folla.

La nascita di Luca, il secondo figlio, lo ispira per la realizzazione di "Gli spari sopra" (1993), il suo ormai tredicesimo lavoro. I fan club del cantante nascono come funghi, così come cresce a dismisura la sua popolarità. Incassati ben dieci dischi di platino dalla EMI per l'ultimo lavoro, Vasco si prende finalmente una meritata pausa, da cui riemerge con un altro apprezzatissimo album "Nessun pericolo per te". Un titolo che nei soli primi cinque giorni, vende 400.000 copie, una sorta di miracolo per un cantante italiano, in un Paese malato di esterofilia. <<Canzoni per me>>, ancora targato EMI, è del '98, "Rewind" del '99, tutti successi da top ten. Desideroso di fare il punto della sua carriera nel 2002 Vasco ha pubblicato <<Tracks>>, la sua prima antologia ufficiale, rivelatasi un vero e proprio Boom nel mercato discografico nazionale, a cui sono seguite poi altre raccolte, remasterizzazioni, collaborazioni, sponsorship, e gli album "Buoni o cattivi" (2004), "Sensazioni forti" (2007), "Il mondo che vorrei" (2008).

Commento


La Biografia di Vasco Rossi la consiglio vivamente a tutti quelli che apprezzano la musica del primo rocker italiano. È un libro che parla della vita di Vasco Rossi ma non solo, parla anche della sua storia iniziata fin da giovanissimo quando cantava per il coro della chiesa, per arrivare poi al mitico rocker del sold out. Racconta i backstage dei suoi concerti, l’agitazione la musica vista da lui stesso. Partito da un paese di montagna con il padre camionista e la mamma casalinga e un po’ contadina è arrivato alla vetta delle classifiche e dentro a questo libro si leggono parole e interpretazioni di un artista anticonformista e diretto. Passando da una generazione all’ altra senza invecchiare mai. Vediamo il Vasco da piccolo, studende universitario in una Bologna contestata da tutti e tutto, il Vasco deejay nelle prime radio libere ma veramente! Un Vasco Rossi alle prese dell’ insuccesso nelle sue prime esibizioni perché considerato da tutti maledetto un pessimo maestro, il tossico per eccellenza; ma in questo libro leggiamo la star che è già un mito. E il Vasco dei giorni nostri che mette d’accordo tutti ma proprio tutti. Prendendo in mano il suo libro si vede Vasco in sottofondo con un paio di grossi occhiali da sole un po’ di barba, un cappellino girato indietro, una maglietta nera e una giacca in jeans sotto in giallognolo la scritta VASCO LA BIOGRAFIA e in sottofondo un deserto girando il libro invece si legge questo: “ Io non sono mai stato un cattivo maestro. Non sono proprio un maestro, semmai sono cattivo , ma maestro no. Io non sono un esmpio, sono una persona, un uomo. Io sono la voce di chi non ha voce, sono la voce della gente. Io quando canto racconto le storie, le emozioni che tutti provano, ecco perché ci capiamo”. Vasco Rossi

Leandro Leonardi

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