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venerdì 10 settembre 2010

Giorni di ghiaccio di Marco Confortola (2009)


Marco Confortola, cresciuto a Uzza in Valtellina, all’età di sette anni comincio a trasscorrere le sue vacanze estive pascolando bestiame presso suo zio a Malga. Passo gran parte della sua infanzia tra le montagne, imparando, conoscendole e ben presto si affeziono ad esse. Dopo molte avventure accuisi molta esperienza e all’eta di 22 anni divento la piu giovane guida alpina d’europa. Scalo diverse montagne come il monte Bianco (4840 metri) il Cervino (4478m) per poi avventurarsi negli ottomila. Nel 2004 conquistò l’Everest il suo primo ottomila, la prima volta che salì sul tetto del mondo. Sempre nel 2004 provò a scalare il K2, ma le condizioni atmosferiche gli voltarono le spalle e contro il suo volere si dovette ritirare. Nel 2005 compì il concatenamento delle pareti nord del Tresero (3594m) del Predanzini 3599m) del Dosegu (3555m) del San Matteo (3698m) e del Cadini (3524m) in otto ore e quanranta minuti. Dedicando l’impresa a tutte le mamme del mondo. Successivamente conquistò cinque ottomila nel giro di due anni. La cima del Shisha Pangma un colosso di 8017m che si innalza dai pascoli tibetani ad un altitudine di 5000m. Conquistata nel 2005 dopo la delusione sul K2. Sempre nel 2005 giunse sulla vetta del Lhotse. La vetta dell’Annapurna la dedico a Christian Kuntner che vi perse la vita l’anno precedente. Dopo aver conquistato tredici ottomila dei quattordici esistenti al mondo. Poi nel 2007 venne il turno Cho Oyu che scalò in giornata, da 5200m a 8201m in ventisei ore. Nel 2007 conquistò la vetta del Board Peak una montagna piena di insidie, con un alto rischio di frane e valanghe. Così in tre anni riuscì a scalare sei ottomila. Più tardi installò una piramide scientifica sull’everest a 5050m, dotata di apparecchiature scientifiche di riferimento a livello mondiale nello studio di fenomeni geoclimatici. Successivamente tornò sul K2 per avere la sua vendetta, attesero diverse settimane al campo base aspettando le condizioni atmosferiche adeguate. Molti scalatori erano lì, ma quando partirono avvenì una disgrazia. Nella zona della morte si staccarono dei blocchi di ghiaccio che fecero partire una valanga in cui rimasero uccisi dodici alpinisti. Marco confortola riuscì a salvarsi ma al suo rientro subì l’amputazione delle dita dei piedi.

Davide Jäger

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