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venerdì 10 settembre 2010

Una vita di traverso di Sandro Munari (2007)

Il libro racconta la vita di Munari, vecchio pilota del reparto corse lancia.
Nato a Cavarzere,( paese della bassa Polesana) il 27 marzo del 1940 è cresciuto in una famiglia di campagna.
La prima volta che vide una gara aveva sette anni era la Mille Miglia quando vide passare la prima auto, li decise che da grande avrebbe fatto il pilota.
Le prime corse le fece con i go-kart, totalmente auto costruito. In una gara conobbe Arnaldo Cavallari che era già uno nel mondo dei rally, e lo batte.
Nel 64 arrivo una telefonata inaspettata, era Cavallari li chiedeva se poteva essere al suo fianco per darli una mano a preparare un rally.
Nel 65 Angiolini direttore tecnico dell’Alfa Romeo aveva inserito Cavallari e Munari nel programma di partecipazione del Rally Jolly Hotel, una sorta di giro d’Italia. Quando i dirigenti dell’Alfa lessero sul programma Cavallari-Munari chiesero Angiolini chi fossero e lui andò su tutte le furie, era talmente sicuro di loro che li fece fare un test a Balocco. Munari si chiede ancora oggi come Angioini fece ad esporsi così per lui. Non aveva mai corso!

Due giorni dopo andarono a Balocco a fare la prova. Per rendere la cosa ancora più facile pioveva a dirotto, come tempo di riferimento avrebbe girato Teodoro Zeccoli, a Balocco era imbattibile provava li praticamente tutti i giorni. E noi circuito mai visto. Macchina mai vista. E Munari col caschetto da Kartista. Una situazione al limite de fantozziano. Zeccoli girò per stabilire il tempo, Arnaldo al decimo giro arrivo a un secondo da Zeccoli, ora toccava a Munari scese in pista, la visibilità scarsa faceva apparire le curve al ultimo momento, al quinto giro venne fermato e Angiolini li disse che andava bene così, lui non riusciva a capire, forse non era il suo lavoro si disse. Dopo scoprì che in cinque giri fece segnare il tempo di Arnaldo.

Dopo quella prova ebbe praticamente inizio la sua carriera, vincendo in gare contro auto tecnicamente superiori. Un solo rally non vinse mai ne con un team ne da privato, il Safari. Resto cosi affascinato da quel rally da causarli il mal d’africa.

Commento

Il libro a mè è piaciuto molto però se non si ha gia una certa conoscenza dei rally del 1960- 80 il libro credo che sarebbe veramente pesante da leggere, quindi se uno è già appassionato dei rally storici lo consiglio perché racconta la storia di uno dei più grandi piloti di rally di tutti i tempi. Se invece non si è proprio appassionati di rally storici lo sconsiglio


Niccolò

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